Vexilla Regis a 4 voci è un inno tratto dalla raccolta Hinni correnti in tutti i tempi dell’anno (1604). Nella dedicatoria della stampa Cavaccio dichiara di aver profuso in quest’opera tutto il suo sapere e che gli è costata “non poco sudore”. Il testo dell’inno, che si cantava “in Dominica Passionis” è tradizionalmente attribuito a Venanzio Fortunato. Cavaccio, sull’esempio del Palestrina, ne mette in musica solo alcune strofe prevedendo un’alternanza fra canto piano e intonazione polifonica.
Giovanni Cavaccio nacque a Bergamo intorno al 1556. Dopo gli studi letterari, si dedicò alla musica acquistando rinomanza per la delicatezza della voce. Ingaggiato dapprima a Monaco di Baviera, quindi a Roma e a Venezia, fece ritorno a Bergamo nel 1598 per ricoprire il ruolo di maestro di cappella della basilica di S. Maria Maggiore, incarico che mantenne fino alla morte, avvenuta l’11 agosto 1626.
Ha composto musica vocale sacra (Messe e Salmi) e profana (madrigali), oltre a brani per organo e ensemble polistrumentali, ma molte delle sue opere pubblicate a Venezia e a Milano sono andate perdute. Come uomo di lettere, ebbe l’onore di essere aggregato all’Accademia degli Elevati di Firenze. Sue composizioni figurano in alcune delle più importanti edizioni collettive del tempo, tra cui il Parnassus Musicus Ferdinandaeus (1615) raccolto dal musico concittadino Giovanni Battista Bonometti.
Per una biografia online del compositore si rimanda al Dizionario biografico degli Italiani.
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Esecuzione live in Santa Maria Maggiore, Bergamo: Cappella Musicale della Basilica di Santa Maria Maggiore; soprani Chiharu Kubo e Ottavia Vegini, contralti Marta Fumagalli e Hyun Jung Oh, tenori Giovanni Caccamo e Maurizio Dalena, bassi Piermarco Viñas-Mazzoleni, Ezio Passerini, maestro di cappella Cristian Gentilini.
Testo della composizione
Vexilla regis prodeunt,
fulget crucis mysterium,
quo carne carnis conditor
suspensus est patibulo.
Quo vulneratus insuper
mucrone diro lanceae,
ut nos lavaret crimine,
manavit unda sanguine.
Te, fons salutis Trinitas,
collaudet omnis spiritus:
quos per Crucis mysterium
salvas, fove per saecula.