Matteo Reilich

Liuto basso

Seicento
Luogo: Brescia, Civici Musei
Matteo Reilich (? - Brescia, 1678)

Matteo Reilich (o Railich) appartiene a un gruppo di affermati liutai di origine tedesca che dopo la peste del 1630 giunsero a Brescia da Venezia. Matteo si specializzò nella costruzione di strumenti a corde pizzicate. Morì nel 1678, mentre un altro membro della sua famiglia alcuni anni dopo, nel 1684, studierà nella bottega di Nicolò Amati.

 

Questo liuto di grandi dimensioni, oggi conservato ai Civici Musei di Brescia, è denominato Grossoktav Basslaute nel trattato Syntagma Musicum (1615-1620) di Michael Praetorius. Si conoscono solo tre strumenti di questa tipologia: il Magno Stegher conservato a Bologna, il Michael Hartung conservato a Norimberga e il presente liuto conservato nel Museo di Santa Giulia di Brescia, uno dei due unici esemplari al mondo conservati di Mateo Reilich. Risalente al 1641 (nel cartiglio si legge “Mateo Reilich / in Brescia. 1641”), è caratterizzato da una lavorazione di grande finezza e composta da essenze rare. Dotato di otto ordini di corde, di cui il primo singolo e i restanti sette doppi, lo strumento ha le seguenti misure: lunghezza massima mm 1130; vibrante mm 905; cassa mm 645; larghezza massima mm 420; lunghezza manico mm 370; profondità massima mm 212. La tavola armonica, con molte riparazioni avvenute nel corso del tempo, è in legno di abete e presenta una rosetta tripla, alla quale fu aggiunto un quarto settore in epoca successiva, con il contorno a imitazione dell’originale. Sia il ponticello che la decorazione a forma di picca sono originali, a differenza del filetto presente attorno al profilo e dei tasti posti in prossimità del manico che non sono della stessa epoca. Sia il guscio che la controfascia esterna sono in Snakewood (Piratineira Guaianensis), una essenza tropicale assai pregiata e rara, intercalate da filetti in avorio. La tastiera è in ebano con filettature in avorio e con decorazioni centrali in avorio ed ebano. Il manico e il cavigliere sono impiallacciati e filettati con strisce in avorio. Il capotasto e i piroli non sono originali, così come è dubbia l’originalità della decorazione prossima alla tavola armonica, con incise le lettere G B F.

Le immagini provengono dall’Archivio Fotografico Civici Musei di Brescia.

 

Segnalazione di Filippo Fasser

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Il suono di un liuto basso (modello Dieffopruchar) ricostruito ai nostri giorni da Herwin Gaminara.

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