Giovanni Paolo Maggini

Contrabbasso

Seicento
Giovanni Paolo Maggini (Botticino Sera, 1580 - Brescia, 1620)

Il contrabbasso Giovanni Paolo Maggini datato circa 1610 è il modello più conosciuto di questo autore e si caratterizza per essere più piccolo di quello del suo maestro Gasparo da Salò. Misure: lunghezza fondo mm 1107; lunghezza tavola armonica mm 1090; larghezza massima inferiore mm 666,5. Evidente l’eccellente qualità del disegno: ogni curva è progettata con grazia e precisione, a formare una composizione magnificamente proporzionata. Maggini non usava metodi di produzione in serie e si riscontrano pertanto leggere variazioni nella simmetria dello strumento.
Il legno di un albero da frutto, forse ciliegio, usato per il fondo del basso dichiara l’uso da parte di Maggini di materiali reperibili localmente, mentre la tavola è in abete a venatura fitta, regolare e perfettamente lavorata.
La testa è originale e l’etichetta manoscritta è fra le più interessanti nel repertorio di Maggini: su di essa Stefano Scarampella, uno dei più importanti liutai del Novecento, appose la propria firma quando riparò lo strumento nel 1881. Nonostante le molte peripezie a cui sono stati soggetti i contrabbassi antichi, questo esemplare è fortunatamente sfuggito ai tanti fattori di stress tipici di strumenti così antichi, come tarli, crepe e l’usura del tempo.

Segnalazione di Filippo Fasser

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Il suono di un altro contrabbasso attribuito a Giovanni Paolo Maggini. Ödön Rácz esegue il terzo Valzer di Domenico Dragonetti (1763-1846) per solo contrabbasso.

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