Tomaso Meiarini

Organo della chiesa di Santa Maria del Carmine, Brescia

Seicento
Tomaso Meiarini (?, c. 1575 - Brescia, 1530)

Tomaso Meiarini, detto Tomio dagli organi, nacque attorno al 1575. La famiglia ebbe forse origini milanesi o mantovane e Tomaso apprese l’arte organaria verosimilmente presso la bottega degli Antegnati. Organaro e organista definito dal padre servita Leonardo Cozzando “chiaro e illustre in questa professione”, insegnava musica e organo presso il monastero benedettino di Santa Giulia dove però, come riporta Flaviano Capretti, soleva intrattenersi piacevolmente nel parlatoio delle monache assieme ad alcuni nobiluomini, il tutto sotto la vigile protezione di un certo numero di bravi messi a guardia della porta. Costruì l’organo di San Marco di Rovereto (Trento), di Travagliato e numerosi furono i suoi interventi di manutenzione o modifiche ad organi di altri costruttori. Tra questi spicca nel 1624 l’intervento al celebre organo Antegnati della basilica ducale di Santa Barbara a Mantova e, nel 1626, quello all’organo del Duomo di Salò. Attualmente, l’unica sua opera a noi pervenuta, accertata da riscontri documentari, è l’organo del Carmine di Brescia. Ottavio Bargnani gli dedicò una Canzon detta la Meiarina nel Secondo libro delle Canzoni (Milano 1611). Morì nel 1630.

Bibliografia: Flaviano Capretti, Mezzo secolo di vita vissuta a Brescia nel Seicento, Brescia, 1934; Valentino Volta, Le vicende edilizie del complesso di Santa Maria del Carmine, in La chiesa e il convento di Santa Maria del Carmine in Brescia, Brescia, 1991; Flavio Dassenno, L’organo di Tomaso Meiarini (1630) della chiesa del Carmine di Brescia, Brescia, 2007; Trento, Archivio Lunelli, Biblioteca Comunale, Organi, busta XV/3; Brescia, Archivio Monumenti, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio per il province di Bergamo e Brescia,
Fondo Organi, busta 1/10.

L’organo della chiesa del Carmine di Brescia venne costruito da Tomaso Meiarini nel 1630. In seguito alla morte di quest’ultimo, sopraggiunta con ogni probabilità a causa della peste immortalata da Manzoni, l’organo fu eretto nel 1633 da Graziadio Antegnati, primogenito di Giovan Francesco e nipote del celebre Costanzo. L’attribuzione è stata accertata in seguito al ritrovamento di una preziosa cronaca, redatta attorno al 1650 da frate Giovanni Battista Guardante da Soncino, intitolata Collectanea rerum memorabilium in Carmelitana Congregatione. Nel documento è contenuto l’elenco degli organi costruiti a partire dalla fondazione della chiesa del Carmine.

Il 1395 è la più antica data che attesta quivi la presenza di un organo, a questo, in più di due secoli, seguiranno almeno altri cinque strumenti due dei quali attribuiti agli Antegnati: il primo ad opera di Graziadio (1578) e il successivo di Costanzo (1610). Nel corso dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento l’organo Meiarini subì alcune modifiche che portarono alla perdita del Flauto in XII e in VIII. Venne restaurato nel 1962 da Armando Maccarinelli sotto la direzione di Luigi Ferdinando Tagliavini e nel 1991 dalla casa organaria Mascioni.

Collocato in cantoria lignea nel primo intercolunnio in cornu epistolae, l’organo si compone di una facciata
formata da 37 canne in stagno divise in 5 campate (5-11-5-11-5) disposte a cuspide a partire dal Fa0 di 12
piedi posto al centro. I due organetti morti, di 11 canne ciascuno, sono posti in corrispondenza delle
campate minori.

Tastiera (1991) di 54 note (Fa0-Do5) senza Fa#0 e Sol#0, con tasti diatonici in osso e cromatici in ebano.
Divisione Bassi-Soprani in corrispondenza del Do3/Do#3.
Pedaliera (1991) in noce di 18 note (Fa0-Do2).
I registri (1991) sono azionati da 16 manubri incolonnati a destra della consolle: Principale Bassi (12), Principale Soprani, Ottava, Decimaquinta, Decimanona, Vigesimaseconda, Vigesimasesta, Vigesimanona, Trigesimaterza,
Trigesimasesta, Quadragesima, Flauto in Quintadecima, Flauto in Duodecima, Flauto in Ottava soprani, Flauto in Ottava bassi, Fiffaro.

Somiere a vento di 54 ventilabri.
Accessori: pedale del ripieno posto a destra della pedaliera.
Manticeria composta da 2 mantici a cuneo collocati all’interno del basamento dell’organo. L’originaria stanza dei mantici, situata al fondo della navata laterale retrostante l’organo, venne abbattuta attorno al 1960 in seguito al ritrovamento di antichi affreschi. In una scheda tecnica dell’organo redatta da Maccarinelli in data 19 maggio 1930 è attestata la presenza di 6 mantici.
Crivello in cuoio (1992) – bocche delle canne sotto il piano.
Temperamento: mesotonico a 1/4 di comma.
Corista: La3 di 445 Hz a 22° c.

 

Scheda a cura di Alberto Chiari e Giuseppe Spataro

Galleria fotografica