Giacomo Ceruti

Interno con suonatore di colascione

Settecento
Giacomo Ceruti (Milano, 1698 - Milano, 1767)

Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, nacque a Milano il 13 ottobre 1698, ma negli anni giovanili fu attivo principalmente a Brescia, almeno fino al 1736, quando si trasferì a Venezia e Padova. Deve la sua fama, e anche il suo singolare soprannome, al genere pittorico da lui coltivato: si dedicò infatti a ritrarre poveri, vagabondi, contadini e ‘pitocchi’, sovente dipinti non solo con efficace realismo, ma anche con una particolare empatia. Nella sua opera non mancano, in ogni caso, pregevoli ritratti di aristocratici, soprattutto di casate bresciane. Visse negli ultimi anni anche a Piacenza e nella natia Milano.

Per ulteriori dettagli sulla sua vita si rinvia al Dizionario biografico degli Italiani, anche se si tratta di una voce piuttosto datata (1980) che non tiene conto delle più recenti scoperte documentarie, tra cui quella relativa alla città di nascita del pittore.

Appartenente a una collezione privata e recentemente restaurato da Gianmaria Casella, l’Interno con suonatore di colascione (olio su tela, 198 x 144 cm), come ha recentemente osservato Davide Dotti, “non ha eguali dal punto di vista iconografico” e presenta anche raffinati effetti luministici. Sembra che il dipinto risalga al primo periodo veneziano del Ceruti, dunque alla seconda metà degli anni trenta del Settecento. Si è supposto un influsso della grafica fiamminga e olandese che il pittore avrebbe potuto studiare grazie alla collezione veneziana del feldmaresciallo Johann Matthias von der Schulenburg. Il colascione, una sorta di liuto dotato di un manico particolarmente lungo e dunque dal suono grave, viene qui raffigurato con tre corde. Queste ultime erano per lo più di budello e suonate con il plettro. Erano comuni anche colascioni a due corde.

Nel Settecento il colascione era uno strumento diffuso non solo a Napoli, ma anche nel nord Italia, e a Brescia in particolare. Accalamati virtuosi di colascione furono infatti i fratelli Colla (foto n. 3, nella caricatura di Pier Leone Ghezzi, in cui lo strumento raffigurato è un colascioncino) e i fratelli Merchi, tutti originari di Brescia (non di Napoli, come un tempo si riteneva), molto attivi in Francia, in Germania e altrove.

Bibliografia: Lotto Romanino Moretto Ceruti, i campioni della pittura a Brescia e Bergamo, a cura di Davide Dotti, catalogo della mostra, Milano, Silvana Editoriale, 2023, p. 118. Su colascione e colascioncino, cfr. Lorenzo Lippi, Il colascioncino antenato del mandolino cremonese o bresciano nel XVIII secolo? una nuova fonte iconografica “stradivariana” e ipotesi di ricostruzione filologica, Milano, 2012, consultabile in rete.

Foto n. 1-2: Fotostudio Rapuzzi.

 

Scheda a cura di Marco Bizzarini

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Il suono di un colascione ricostruito dal liutaio Mario Vorraro. Lo strumento condivide molte caratteristiche di quello dipinto da Ceruti.

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