Pietro Vinci (Nicosia, c. 1535 - Nicosia, 1584)

Nato in un anno imprecisato, attorno al 1535, a Nicosia in Sicilia, Pietro Vinci per una dozzina d’anni ricoprì il prestigioso incarico di maestro di cappella in Santa Maria Maggiore a Bergamo. La sua prima formazione avvenne presso i musicisti operanti alla corte dei Moncada, conti di Caltanissetta e nel 1561 diede alle stampe il suo titolo più fortunato, il Primo libro de’ madrigali a cinque voci con dedica a don Antonio d’Aragona, duca di Montalto e nobile di sangue reale. La raccolta intona sonetti tratti dal Canzoniere petrarchesco. Intorno al 1560 Vinci lasciò la Sicilia per cercare fortuna nel continente, spostandosi di frequente fino a stabilirsi per un breve periodo a Milano. Qui poté farsi apprezzare nei circoli della nobiltà cittadina come testimonia una lettera del 16 febbraio 1568 con cui il barone Paolo Sfondrati ringraziò il duca Ottavio Farnese per aver preso in considerazione la possibilità di assumere a servizio il compositore siciliano. La lettera permette di ricavare informazioni su alcuni lati del suo carattere artistico, in particolare la raffinata complessità della sua scrittura: «la sua musica ha del difficiletto, né ogni uomo è buono a cantarla all’improviso, però se alla prima cantata non vi riuscisse molto, non si scandalizase, perché bisogna che chi cantarà ne abbi o faccia un puo’ di prattica». La sua tappa più importante fu però a Bergamo dove si stabilì il 14 maggio dello stesso anno, 1568, per diventare maestro di cappella in Santa Maria Maggiore con un incarico di dodici anni. Questo periodo fu felice e prolifico: si sposò ed ebbe famiglia, pubblicò una decina di libri che, oltre a consolidare la sua fama di madrigalista, lo fecero conoscere anche come autore di musica sacra. Tornato in Sicilia intorno al 1581, fu chiamato, negli ultimi anni della sua vita, a dirigere le cappelle di Piazza, città di Antonio il Verso, suo più illustre discepolo, e di Caltagirone. Tra le sue numerose opere date alle stampe figurano sei libri di mottetti, due messe e tredici libri di madrigali.

Per ulteriori dettagli sulla vita di Vinci si rinvia al Dizionario biografico degli Italiani.

 

Vergine pura è un mirabile esempio di madrigale spirituale, su testo della poetessa Vittoria Colonna, dedicato alla Madonna, con fioriture e abbellimenti che esaltano i principi di purezza e candore della beata Vergine. Appartiene alla raccolta Quattordeci Sonetti spirituali della illustrissima et eccellentissima divina Vittoria Colonna d’Avalos de Aquino Marchesa di Pescara. Messi in canto da Pietro Vinci siciliano della città di Nicosia maestro di capella in S. Maria Maggiore di Bergomo a cinque voci, Venezia, erede di Girolamo Scotto, 1580. Il sonetto di Vittoria Colonna rende evidentemente omaggio alla celebre canzone petrarchesca Vergine bella, che di sol vestita, di cui riprende alla lettera l’incipit della terza stanza.

Nella sottostante galleria fotografica si riproducono il frontespizio della raccolta, la dedicatoria di Vinci a Vittoria Colonna e la parte di Canto del madrigale Vergine pura.

Scheda a cura di Mirko Zambelli e Marco Bizzarini

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L’ensemble Labirinto Armonico esegue, in versione monodica con accompagnamento strumentale di viole da gamba,  il madrigale spirituale Vergine pura di Pietro Vinci.

Testo della composizione

Vergine pura che dai raggi ardenti

del vero Sol ti godi eterno giorno

il cui bel lume in questo vil soggiorno

tenne i begli occhi tuoi paghi e contenti.

Uomo il vedesti e Dio, quando i lucenti

suoi spirti fer l’albergo umile adorno

di chiari lumi e timidi d’intorno

i tuoi ministri al grand’ufficio intenti.

 

Immortal Dio nascosto in mortal velo

l’adorasti Signor, figlio il nudristi,

l’amasti sposo e l’onorasti padre.

Prega lui dunque che i miei giorni tristi

ritorni in lieti e tu, Donna del cielo,

vogli in questo desio mostrarti madre.

(Vittoria Colonna)

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