Caravaggio

Suonatore di liuto (Ermitage)

Cinquecento
Luogo: San Pietroburgo, Hermitage
Caravaggio (Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610)

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio nacque probabilmente a Milano, nel 1571, da genitori originari di Caravaggio, cittadina della pianura bergamasca occidentale. Non è da escludere che il celebre pittore abbia trascorso qui la sua fanciullezza.

Sulla vita avventurosa dell’irrequieto artista, si rinvia alla voce pubblicata nel Dizionario biografico degli Italiani.

Del Suonatore di liuto del Caravaggio si conoscono due versioni: quella appartenuta al collezionista Vincenzo Giustiniani, ora conservata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, e quella probabilmente successiva, commissionata dal cardinal del Monte, attualmente in prestito al Metropolitan Museum di New York.

In un inventario della collezione Giustiniani (1638) si legge: “Nella stanza Grande de Quadri Antichi un quadro sopraporto con una mezza figura di un giovane che suona il leuto con diversi frutti e fiori e libri di musica dipinto in tela […] con una cornice negra profilata e rabescata d’oro di mano di Michelang[el]o da Caravaggio”. Nel 1808 il dipinto venne acquistato a Parigi dal museo russo.

La versione dell’Ermitage presenta le parti musicali di Basso di quattro madrigali del compositore fiammingo Jacob Arcadelt (1507-1568): Chi potrà dir, Se la dura durezza, Vostra fui e Voi sapete ch’io v’amo.

Nella terza immagine sottostante, con il dettaglio rovesciato della parte musicale, il foglio di sinistra presenta l’incipit del Basso del madrigale Chi potrà dir (si può confrontare con la trascrizione moderna qui allegata).

Scheda a cura di Marco Bizzarini

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Il soprano Graziella Alessi e il tiorbista Andrea Schiavo eseguono il madrigale Chi potrà dir di Jacob Arcadelt, tratto da Il primo libro de’ madrigali a quattro voci (1539), la cui parte di Basso è dipinta nel Suonatore di liuto dell’Ermitage.

Chi potrà dir quanta dolcezza provo
di madonna a mirar la luce altera
che fa vergogna a la celeste sfera ?
Io no che in me non trovo
lo stil ch’a lei s’aviene
che mirando il bel viso e i bei costumi
per non veder men bene
vorria perder a una or la vita e i lumi.

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