Francesco Turini

Sonata a tre “È tanto tempo ormai”

Seicento
Francesco Turini (Praga, 1589 - Brescia, 1656)

Francesco Turini nacque a Praga attorno al 1589. Il padre Gregorio, cornettista, cantante e compositore allievo di Giovanni Contino, fu attivo dal 1582 a Praga a servizio dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo. Rimasto orfano in tenera età, Francesco venne educato a Venezia e Roma grazie alla protezione dell’imperatore Rodolfo II che lo nominò in seguito suo organista da camera. Prima del 1620 divenne organista nella cattedrale di Brescia, città nella quale fondò una florida scuola che, anche secondo la testimonianza di Claudio Monteverdi, costituì un importante punto di riferimento per i musicisti dell’area lombarda. Nel 1636 venne richiesto il suo parere per la costruzione dell’organo della chiesa di S. Carlo dell’ospedale dei mendicanti di Brescia. Nella stessa chiesa, come dimostrano alcune polizze d’estimo, appare stipendiato per «far la musica in varie solennità fra l’anno et in specie la festa di San Carlo». Scrisse tre libri di madrigali, alcuni dei quali concertati a due violini, pubblicati a Venezia tra il 1621 e il 1629; due libri di mottetti a voce sola, il primo dei quali pubblicato nel 1629 a Brescia e il secondo a Venezia nel 1640; sempre a Venezia pubblicò nel 1643 un libro di Messe da cappella a 4 e 5 voci con il basso continuo. Inoltre, in raccolte dell’epoca appaiono 11 mottetti con continuo e 2 madrigali con continuo. A lui Giovanni Antonio Bertoli dedicò le sue Composizioni Musicali per fagotto (Venezia 1645). Fu attivo anche a Vienna, presso
l’imperatore Ferdinando III. Morì a Brescia nel 1656 ed ebbe sepoltura nella chiesa di S. Clemente «in sepulcro novo sub organo». Per approfondimenti, si rinvia al Dizionario biografico degli Italiani.

Pur legato per quasi tutta la vita alla città di Brescia, Francesco Turini non fu affatto una figura provinciale: le due prime raccolte di madrigali lo qualificano come un maestro al corrente delle più aggiornate tecniche compositive, dalla monodia su basso continuo alla scrittura con violini concertanti. Le Sonate a tre pubblicate al termine del Libro primo (1621) includono quella dal titolo È tanto tempo ormai basata sulla cosiddetta Aria della Monica, familiare anche a Biagio Marini. Un’edizione moderna è presente in rete sul sito Imslp.

Scheda a cura di Marco Bizzarini

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