Il cospicuo corpus delle composizioni di Marino oggi conosciute è contenuto nelle otto raccolte date alle stampe a Venezia e Amsterdam tra il 1687 e il 1705, che racchiudono Sonate da camera e da chiesa per strumenti ad arco. Le Sonate da camera sono strutturate per lo più in forma di danza e quindi costituite da piccole forme come allemanda, corrente, sarabanda, giga. La raccolta delle Sonate a 3 e a 5 col basso per l’organo invece non prevedono movimenti di danza e l’indicazione dell’organo per la parte del basso continuo indica l’appartenenza al genere sacro, anche se non esplicitamente indicato nel frontespizio dell’opera. Trasmesso da una fonte manoscritta (Manchester, Central Library, MS.580ct51) il Concerto a cinque è un esempio di concerto violinistico barocco in cui al tutti strumentale risponde la libera espressione virtuosistica del solista, ricca di arpeggi, imitazioni in doppie corde e passaggi all’acuto che ben testimoniano il grado di maestria raggiunto da Marino come violinista.
Sulla vita del violinista e compositore Carlo Antonio Marino (o Marini) si hanno poche informazioni: nato a Bergamo nel 1670 fu primogenito di una famiglia originaria di Clusone ed ebbe probabilmente la prima formazione musicale dal padre, suonatore di strumenti ad arco. Dal 1683 al 1686 Marino fu violinista e cantore occasionale a servizio delle funzioni liturgiche nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Solo dal 1686 al 1696 fu ingaggiato dal Consorzio della Misericordia come secondo violino effettivo, «considerata la virtù […] nel sonare, che può farsi anco maggior per l’età, et applicatione dell’istesso». Continuò a servire la basilica come suonatore di violino in modo inappuntabile per diversi anni, sotto la direzione di tre diversi maestri di cappella, tanto che nelle solennità maggiori della chiesa poté esibirsi nel «sonare a voce sola» cioè da solista. Per tutto il tempo che rimase in servizio a S. Maria Maggiore, ottenne numerosi permessi per suonare nelle chiese di altre città o in alcuni teatri italiani d’opera. È possibile che Marino non fosse più attivo a Bergamo dopo il 1707, molto probabilmente trasferitosi a Crema, dove nel 1709 un certo “Carlo Marini” violinista era stato nominato maestro di cappella del duomo dal Consorzio del Ss. Sacramento. Non si hanno notizie certe dopo il 1717 ma
l’Archivio del Duomo di Crema conserva l’atto di morte di un “Carolus Marini” in data 1735 all’età di 65 anni ed è quindi verosimile che possa trattarsi proprio del violinista bergamasco. Inoltre Marino potrebbe essere stato anche il primo maestro di violino del celebre Pietro Antonio Locatelli (1695-1764), prima che questi partisse per Roma. Per approfondimenti si rinvia al Dizionario biografico degli Italiani.
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L’esecuzione è tratta da un’incisione discografica del 2016 (CD Tactus) con l’Ensemble Carlo Antonio Marino diretto da Natale Arnoldi; al violino Stefano Montanari.