Strumento principe degli Antegnati, questo grande organo venne costruito per la chiesa di San Giuseppe di Brescia da Graziadio con l’aiuto del figlio Costanzo nel 1581. Collocato in cantoria nel primo intercolunnio in cornu evangeli e incorniciato da due colonne lignee sormontate da un timpano triangolare, possiede un prospetto di 43 canne disposte a cuspide in 7 campate (5/5/9/5/9/5/5) con “organetti morti” in corrispondenza delle 4 campate minori. Queste recano impresso il nome del principale artefice: “Gra [tia] deus | Antegnatus | Civis Brix [iensis]. | F [ecit]. MDLXXXI”. Apprendiamo invece della collaborazione tra padre e figlio dal graffito presente sulla lastra interna della canna maggiore del prospetto: “Die xxiij februari M.D. LXXXI OPVS Gratiadei et Costantijus filius Antegnatis. Civis Brix.s”.
Una particolare citazione dell’organo viene fatta dallo stesso Costanzo nell’Arte Organica (1608), quando il figlio Giovan Francesco ricorda che tra gli organi “stravaganti” costruiti dalla famiglia «Vi è pur ancora l’organo di Santo Gioseppe di questa Città che ha il registro principale spezzato, che un giorno fui a ponto per toccarlo, & gustarlo, & restai confuso perché, tirando il primo registro pensandomi di aprirlo tutto intiero, & volendolo io suonare, non suonavano, ne rispondevano se non quattordeci, o quindeci canne nei bassi, si che m’accorsi puoi della divisione, & misi dentro il seguente registro, si che lo trovai doppo tutto intiero».
Nel 1804 Zaccaria Respini aggiunse i ‘Contrabassi’, ampliò l’estensione della tastiera sino al Do5 e trasformò il Flauto in Quintadecima in Cornetto. Nel 1857 Antonio De Lorenzi innalzò forse il corista mentre, nel 1902, Diego Porro inserì l’Oboe e la Viola da gamba in luogo del Flauto in Ottava e del Flauto Duodecima (quest’ultimo collocato al posto del Cornetto respiniano come Flautino 4), modificò il corista, aggiunse la Trigesima sesta e le note cromatiche a completamento dell’ottava corta. Sotto la direzione tecnico-scientifica di Luigi Ferdinando Tagliavini, nel 1955 lo strumento venne restaurato dall’organaro bresciano Armando Maccarinelli che ripristinò l’originaria fisionomia fonica dell’organo integrando i flauti precedentemente asportati. L’intervento, patrocinato dalla Soprintendenza ai Monumenti di Milano, inaugurò in Italia il restauro, inteso come critica e filologia in atto, dell’antico patrimonio organario nazionale.
La disposizione fonica attuale include: Principale B. (16′), Principale S, Ottava, Quintadecima, Decimanona, Vigesimaseconda, Vigesimasesta, Vigesimanona, Trigesimaterza, Flauto in Quintadecima, Flauto in Duodecima,
Flauto in Ottava, Fiffaro, Contrabassi.
Somiere a vento con 13 pettini e 53 ventilabri che ci indicano l’originaria estensione della tastiera di 53 tasti
(Do0-La4 con prima ottava corta e senza il Sol#4).
Tastiera di 58 tasti (Do0- La4) con prima ottava cromatica. Pedaliera di 24 pedali (Do0-Si2), sempre unita alla tastiera (reali: Do0-Si2). Divisione bassi-soprani: Fa#1-Sol1.
Accessori: Combinazione Libera alla Lombarda e Ripieno.
Crivello con piano in cartone costruito da Zaccaria Respini – bocche delle canne sottostanti ad eccezione
delle canne Do0 , Re0, Mi0 dell’Ottava.
Manticeria composta da un mantice a lanterna collocato nel basamento e dotato di due pompe inferiori con azionamento manuale in corrispondenza del camminamento retrostante l’organo. Mantice di compensazione a cuneo posto all’interno della cassa nella parte superiore destra.
Temperamento: equabile 1/12.
Corista: La 3 = 456,5 Hertz (a 9,9° C. e U.R. del 65%).
Bibliografia essenziale
Luigi Ferdinando Tagliavini, Il problema della salvaguardia e del restauro degli organi antichi, «Musica Sacra», 1, 80, 1956, pp. 5-8; Renato Lunelli, Der Orgelbau in Italien in seinen Meisterwerken vom 14 Jahrundert bis Gegenwart, Mainz, Rheingold-Verlag, 1956, pp. 14-18; Alberto Chiari, Il restauro storico dell’organo Antegnati della chiesa di S. Giuseppe in Brescia: un determinante impulso alla conservazione del patrimonio organario nazionale, «L’Organo», 52, 2020, di prossima pubblicazione.
Le fotografie sottostanti sono di Giuseppe Spataro, tranne lo scatto numero 13, inedito (firma graffita a mano da Graziadio Antegnati all’interno della canna maggiore di facciata), che è dell’organaro Marco Fratti, ritratto nelle due immagini precedenti. Nella scritta si legge: “Die xxiij februarij .M.D.LXXXI. OPUS / Gratiadei et Constantijus filius d Antegnatis. / Civis Brix.s”. Le ultime due fotografie si riferiscono alla tomba di Costanzo Antegnati (“Tumulum Constantij Antegnati”). Crediti: Diocesi di Brescia, Ufficio per i beni Culturali Ecclesiastici, Aut. Prot. N. 110 / 2023.