Molta musica è risuonata nelle cattedrali di Brescia almeno dal XV secolo ai nostri giorni: maestri di cappella, organisti, organari, cantori e strumentisti spesso di grande rilievo sono passati per queste chiese lasciando in archivio la loro musica e i documenti della loro vita artistica e, negli edifici, organi ancora adesso ineguagliati.
Fra i maestri di cappella possiamo citare Giovanni Contino, Lelio Bertani, Paris Francesco Alghisi, Pietro Gnocchi, Costantino Quaranta, Vincenzo Petrali; fra gli organisti non possiamo dimenticare Giovanni da Pinerolo, Claudio Merulo, Fiorenzo Maschera, Costanzo Antegnati e i rappresentanti delle famiglie Turini e Pollarolo.
Organari importanti curarono l’allestimento degli organi presenti nelle due cattedrali: nel Duomo Vecchio all’Antegnati di Gian Giacomo (1536) che ancora ammiriamo la famiglia Serassi aggiunse – era il 1826 – registri da concerto rendendo lo strumento perfettamente ottocentesco pur mantenendo il ripieno originale; nel Duomo Nuovo al primo strumento di Cesare Bolognini (1738) voluto dal vescovo Querini per l’inaugurazione della nuova chiesa succedette l’organo di Tonoli cui si aggiunse anche l’attuale Mascioni.
Tutta la documentazione relativa alla vita musicale delle cattedrali è conservata – insieme a carte che testimoniano l’immensa e varia attività intorno alle chiese – nell’Archivio Storico Diocesano. Qui, oltre alle carte documentarie, è sistemato anche l’archivio musicale. Archivio splendido, che allinea belle edizioni a stampa del secoli XVI e XVII, spesso esemplari unici o rari, e una corposa mole di musica manoscritta, per lo più opera dei musicisti salariati che prestavano servizio in Duomo. Fra le opere a stampa segnaliamo due copie dell’edizione originale del Vespro di Monteverdi (Venezia, Amadino, 1610), copie quasi complete con annotazioni, cancellature, aggiunte manoscritte che fanno pensare che tale opera sia stata anche eseguita a Brescia. Alle parti edite è allegata
la partitura manoscritta della Missa in illo tempore, che apre l’intera collezione, stilata da Lorenzo Tonelli probabilmente verso la fine del Seicento. Anche questo è un indizio che fa ritenere più che probabile una esecuzione bresciana. Fra i manoscritti è rilevante la presenza di decine di composizioni, quasi tutte in stesura autografa, di Pietro Gnocchi che fu – in cattedrale – sia maestro di cappella sia organista. A queste musiche va aggiunta la magnifica raccolta di libri corali, molti dei quali completati dalla scrittura musicale neumatica e da incantevoli miniature, che sono oggi visibili nella sala ipogea del Museo Diocesano.
Nella sottostante Galleria fotografica si riportano: 1) una stampa del 1835 con la riproduzione del Duomo Nuovo e del Duomo Vecchio, 2) una polizza di pagamento per acquisto di libri di musica (agosto 1682), 3-4) due riproduzioni della stampa originale del Vespro di Monteverdi con annotazioni e correzioni manoscritte, 5) il frontespizio della partitura della Missa In illo tempore di Monteverdi redatta da Lorenzo Tonelli verso la fine del XVII secolo.