Teatro dell’Accademia degli Erranti, Brescia

Seicento, Settecento

Prima del Teatro Grande di Brescia, inaugurato nel 1811 con Il sacrificio d’Ifigenia, poesia di Cesare Arici e musica di Simone Mayr, la sala cittadina in cui nel Sei-Settecento si rappresentavano drammi per musica era quella dell’Accademia degli Erranti, che sorgeva nello stesso sito dell’attuale teatro.

Si è in ogni caso preservata la settecentesca “Sala accademica” degli Erranti, oggi nota come Ridotto (o Foyer) del Teatro Grande, i cui lavori di costruzione, su progetto di Antonio Marchetti, ebbero inizio nel 1757. Notevole il ciclo di affreschi realizzato tra il 1768 e il 1770 dal pittore veneziano Francesco Zugno in collaborazione con il quadraturista modenese Francesco Battaglioli. La struttura architettonica che possiamo oggi ammirare è il risultato anche di alcuni interventi effettuati nel tardo Ottocento. Per ulteriori approfondimenti si rinvia alla recente pubblicazione: Stefania Cretella, Il Ridotto del Teatro Grande di Brescia, Brescia, Fondazione del Teatro Grande – Grafo, 2016.

Si ha notizia de L’Eritrea, “drama musicale […] da rappresentarsi nel Theatro novissimo della Illustrissima Accademia di Brescia” con musica di Francesco Cavalli “dignissimo organista di S. Marco in Venetia”, datato 1665.

Attiva fin dal primo Seicento, l’Accademia degli Erranti aveva, fra i salariati, anche un maestro di cappella per approntare le musiche inizialmente per le accademie e in seguito per le rappresentazioni d’opera. Nomi importanti emergono: da Biagio Marini a Carlo Francesco, Paolo e Orazio Pollarolo, da Vincenzo Pallavicini a Pietro Pelli, da Pietro Pellegrini a Giovanni Battista Bresciani con il quale entriamo nel XIX secolo.

L’orchestra che accompagnava le opere comincia a delinearsi, dai documenti, nel 1776. L’elenco dei musicisti è completato con il salario attribuito a ciascuno di loro: così al maestro “Prof. Pellegrini” vengono assegnate L. 8, mentre al “Capo d’Orch.a Giuseppe Zanuchi” L. 9, al “Direttore de Balli Giacomo Latos”, L. 7 come anche al famoso virtuoso di oboe Oboe Pietro Ferlendis, mentre L. 9 sono date anche al “Violoncello Domenico Panelli”, strumentista bresciano che doveva essere assai stimato ma di cui, ad ora, si sono perse le tracce. Da questa data in avanti i nomi delle prime parti d’orchestra compaiono anche nelle pagine iniziali dei libretti d’opera che erano stampati per l’occasione: così per il Calto, dramma per musica di Francesco Bianchi rappresentato durante la fiera 1788, si leggono i seguenti musicisti: «Antonio Capuzzi primo violino dell’opera, Giovanni Bresciani, maestro al cembalo, Carlo Fortis, primo oboe e corno inglese, Giuseppe Pagliani, primo violino de’ balli», balli che erano spesso allestiti soprattutto durante la stagione di carnevale.

Nella Galleria fotografica si riproduce il capitolo sul “Capo Musico” dello statuto dell’Accademia degli Erranti. Le immagini dell’attuale Ridotto del Teatro Grande si devono al Fotostudio Rapuzzi.

Scheda a cura di Mariella Sala

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Nel Ridotto del Teatro Grande il mezzosoprano Annalisa Stroppa interpreta “Mon cœur s’ouvre à ta voix” dall’opera Samson et Dalila di  Camille Saint-Saëns. Al pianoforte Alessandro Trebeschi. Registrazione del 2020.

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