Giovanni Contino (Brescia, 1513 - Brescia, 1574)

Giovanni Contino nacque a Brescia nel 1513. Entrò da chierico come cantore nella canonica del duomo frequentandovi la scuola di musica. Qui ebbe presumibilmente come primo maestro il sacerdote Battista Lancini per proseguire poi gli studi sotto la guida di Giovanni Maria Lanfranco. Dal celebre teorico parmigiano apprese una solida formazione artistica e una preziosa eredità stilistica che seppe a sua volta
trasmettere al suo più illustre discepolo, Luca Marenzio. Oltre a Marenzio ebbe per allievi Lelio Bertani, Costanzo Antegnati e forse Claudio Merulo. Tra il 1541 e il 1551 fu alla corte del cardinale Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento, al quale dedicherà nel 1560 un libro di mottetti. A Trento divenne maestro di cappella del duomo fino al 1551 anno nel quale venne nominato maestro di cappella del duomo a Brescia fino al 1556. Dal 1558 al 1560 preferì tornare alla corte del Madruzzo, per poi accettare nel 1561 l’invito fattogli da Guglielmo Gonzaga, duca di Mantova, che gli offrì la direzione della celebre cappella ducale di S. Barbara. Nonostante il ruolo prestigioso, nel 1565 chiese e ottenne il suo vecchio incarico di maestro di
musica e direttore di cappella a Brescia che mantenne per cinque anni. In città offrì inoltre i suoi servigi presso l’Accademia degli Occulti, fondata dal letterato Bartolomeo Amigo. Rimosso dall’incarico di maestro di cappella del duomo per negligenza nei riguardi dei suoi scolari, nel 1566 venne nominato maestro di musica e chierico nella chiesa di S. Ambrogio fino alla morte, sopraggiunta nel 1574. A
eccezione del Primo libro di madrigali (1560) con dedica alla gentildonna bresciana Barbara Calini, madrina degli Occulti, le sue opere sono prevalentemente riservate al culto religioso.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al Dizionario biografico degli Italiani.

Il madrigale di Giovanni Contino Sapete amanti ci è pervenuto unicamente nell’intavolatura per liuto realizzata da Vincenzo Galilei e pubblicata nel Fronimo. Si può ipotizzare che facesse parte del perduto Secondo libro de’ madrigali a cinque voci stampato a Venezia nel 1570. Il testo poetico non può essere ricostruito con certezza, ma forse è lo stesso, attribuito a Valerio Marcellini, posto in musica anche dall’allievo Marenzio nel Quarto libro de’ madrigali a cinque voci (1584):

Sapete amanti perché ignudo sia,
perché fanciullo, e perché cieco Amore?
perché mentre l’angelica armonia
della mia bella Donna intento udia,
per gran dolcezza uscito di se fuore:
perdé la veste, il senno, gli occhi e’l core.

Scheda a cura di Marco Bizzarini

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Si propone il madrigale Sapete amanti di Giovanni Contino nell’intavolatura per liuto pubblicata nel Fronimo di Vincenzo Galilei. Il madrigale si trova al minuto 3′ 30”. Al liuto, Evangelina Mascardi.

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