Canto bello è il titolo di uno dei componimenti, in questo caso di origine ignota (ma forse opera dello stesso Capirola), trascritti per liuto nel meraviglioso manoscritto della Newberry Library di Chicago, consultabile online nella sua interezza.
Nato a Leno nel 1473 da una nobile famiglia d’origine bergamasca, Vincenzo Capirola si distinse come uno dei più importanti raccoglitori di musica per liuto del primo Cinquecento. Scarse le informazioni biografiche in nostro possesso. Sappiamo che nel 1517 affittò una casa a Venezia. Non è chiaro se fece un viaggio in Inghilterra su invito di Enrico VIII, come si evince dal carteggio tra Nicolò Sagudino e Alvise De Foscari con l’accenno a un “bressano” a cui il re avrebbe dato “provisione de ducati 300 a l’anno per sonar de lauto”. Un celebre manoscritto decorato con preziosi disegni, oggi conservato alla Newberry Library di Chicago, include tutte le musiche per liuto raccolte da “messer Vicenzo Capirola gentil homo bresano”. In questa fonte appare anche un nome misterioso: Vidal. Un tempo si riteneva che questo Vidal potesse essere un allievo del Capirola, ma è possibile invece che si tratti di uno pseudonimo (interpretabile come VIncenzo DA Leno); cfr. Lucia Marchi, A ‘recercare che mi sono mi solo’: the self-fashioning of a Renaissance lutenist, “Recercare”, XXXV (2023), pp. 5-21.
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L’esecuzione è affidata al liutista Casey Fitzpatrick.