Bellissimo luogo di culto in onore della Madonna, la Basilica di Santa Maria delle Grazie si compone di più spazi: la basilica, il santuario, il piccolo chiostro e il grande convento. La storia musicale della Basilica è ricca e lunga, ma molto è ancora da studiare. Fin dalla sua fondazione godette di un apparato musicale di valore: nomi di prima
importanza passarono o vissero fra le sue mura. Basti ricordare Pietro Lappi, noto compositore del primo Seicento, che proprio alle Grazie – dove fu accolto come priore (lo ricorda una lapide, vicino alla porta d’ingresso della Basilica) – sviluppò la propria carriera di maestro di cappella e, nello stesso periodo, compose e pubblicò numerosi libri non solo di musica sacra ma anche di “canzoni da sonare”. Ma, oltre a Pietro Lappi, che si era fatto
costruire dagli Antegnati un organo (così risulta infatti scritto nell’Indice delli organi fabricati in casa nostra che apre l’Arte organica), operarono in questa chiesa anche Giovanni Maria Capello (che si professa “organista nella chiesa delle Gratie” sul frontespizio di alcune sue opere, sia sacre sia profane) e, ancora come organista, Cesario Gussago (che – anch’egli – era proprietario di un organo Antegnati).
Il Seicento dovette essere un secolo di musica meravigliosa alle Grazie. La ricordano, troppo velocemente, le Cronache Bianchi con un accenno: «si fa musica bellissima continuamente».
Anche nei secoli successivi, per i quali abbiamo testimonianze d’archivio più cospicue, la dignità dell’apparato musicale è confermata: dal ‘700 al ‘900 troviamo organisti e maestri di cappelli degni di rilievo. La Basilica conserva infatti una vasta documentazione per questi secoli le cui carte testimoniano la presenza di due Arici (Marco e Angelo), di Bartolomeo Bresciani, Giovanni Lodrini, Antonio Dusi, Giovanni Consolini, Filippo e Paolo
Chimeri, Costantino Quaranta, Giovanni Premoli fino a Giulio Tonelli (1908 – 1987) che – in qualità di organista – aveva diritto a un’abitazione situata nei pressi dello stesso convento.
L’archivio musicale della Basilica, oggi depositato presso l’Archivio Musicale Santa Cecilia, suddiviso in decine di cartelle ciascuna contenente musica espressamente dedicata a un genere liturgico (Messe, Messe da Requiem, Inni, Salmi, Magnificat…), con una piccola sezione di musica profana, non conserva purtroppo alcun libro del ‘500 e del ‘600: è comunque una fonte di molta musica ancora da scoprire. Accanto a manoscritti di compositori bresciani troviamo anche composizioni dei più famosi autori di musica sacra italiana, da Giovanni Battista Martini a Pergolesi, da Nicolò Jommelli a Simone Mayr.
Nella Basilica troneggia, solenne, un organo Serassi a due tastiere (ritenuto da alcuni fra i migliori Serassi esistenti) che avrebbe certo bisogno di una revisione accuratissima: fu restaurato nel 1958 da Armando Maccarinelli in uno dei primi restauri storici promossi dalla Commissione per la tutela degli organi artistici della Lombardia allora appena sorta. Nel santuario è invece presente un organo recentemente riportato nell’originale versione Tonoli. Prima del Serassi in Basilica era stato collocato un organo Antegnati, ricordato da Lanfranco nelle sue Scintille di musica (1533) come uno strumento perfetto: «O siano [instrumenti] da vento, come sono gli Organi, i quali sono cosi ben lavorati da Giovanni Giacomo fratello del sopranomato Giovanni Francesco, che non da mano di huomo, ma da Natura creati paiono, con la sua accordatura cosi fatta, che ciascuna circonferenza
delle sue Canne intera, rotonda, & immaculata resta: et cio si puo vedere nello Organo novellamente fatto di sua mano nella Chiesa di santa Maria dalle Gracie di questa città di Brescia»
Della vita musicale della Basilica nel Seicento si occupò Luca Mazzucco, giovane musicologo troppo presto scomparso, in particolare l’articolo Nuovi documenti sulla chiesa di Santa Maria delle Grazie in Brescia (in Barocco Padano 3, pp. 289-317). La storia successiva al Seicento rimane ancora da studiare.
Crediti fotografici: Bologna, Museo della Musica; Brescia, Archivio musicale di Santa Maria delle Grazie (ora depositato presso l’Archivio Musicale Santa Cecilia).