Il VIttoriale degli Italiani, Gardone Riviera

Novecento storico

Il Vittoriale è stata la dimora a Gardone Riviera, sul lago di Garda, di Gabriele d’Annunzio. La villa e i suoi giardini sono stati plasmati dalla personalità del celebre letterato e uomo di cultura.
Nel 1921 il Vate prese in affitto e quindi acquistò dallo Stato italiano la villa di Cargnacco. In precedenza l’edificio era appartenuto allo storico dell’arte Henry Thode, che, essendo tedesco, aveva dovuto lasciare la casa in tutta fretta dopo il sequestro della proprietà da parte del governo come risarcimento dei danni di guerra.  La proprietà venne quindi donata da d’Annunzio “agli Italiani” con atto notarile del 1923.
Thode, la cui villa originaria era molto più semplice dell’odierna, oltre ad essere un noto studioso, aveva sposato in prime nozze Daniela Senta von Bülow, nata dal matrimonio tra il celebre pianista e direttore d’orchestra Hans von Bülow e Cosima Liszt, poi moglie di Wagner. In seconde nozze Thode si era unito alla violinista Hertha Tegner. Lo storico dell’arte aveva un ingente patrimonio librario, comprendente oltre seimila libri e un buon numero di partiture appartenute alle due mogli. Daniela era pianista e aveva portato a Gardone Riviera un pianoforte del nonno Liszt che attualmente è custodito al Museo del Teatro alla Scala di Milano. D’Annunzio divenne proprietario anche di tutto il fondo librario e musicale precedentemente posseduto da Thode.

Nella villa, ricostruita ed ampliata da d’Annunzio con l’aiuto dell’architetto Giancarlo Maroni ( 1893-1952), molti sono i luoghi che si ricollegano all’amore per la musica che il poeta sempre manifestò sia nei suoi scritti, sia nelle sue frequentazioni di musicisti. La Stanza della Musica, oltre a essere arredata in modo ricercato, è stata costruita per migliorare l’acustica tramite pannelli e un soffitto ricoperto da panneggi. Le pareti sono rivestite da preziosi damaschi neri e argento della ditta Ferrari di Milano raffiguranti bestie feroci con fermacorde a foggia di lira: è un rimando al mito classico di Orfeo. Inizialmente la sala era intitolata a Gasparo da Salò. Sui lati sono posti stalli di coro con panche. Le luci sono indirette, per favorire l’ascolto. Ci sono molti strumenti, tra cui due pianoforti a coda, un clarino, uno zufolo, un arciliuto. Su una parete campeggia un ritratto di Cosima Liszt (di Franz von Lenbach), accanto ai calchi dei volti di Liszt stesso e di Beethoven. In questa stanza facevano musica la pianista Luisa Baccara e il Quartetto del Vittoriale. Qui venivano ricevuti gli amici musicisti, da Malipiero a Casella, da
Pizzetti a Franchetti.
Adiacente alla stanza della musica, c’è quella del Mascheraio, dove si trovano un grammofono, una radio, dischi, ma soprattutto un gran numero di spartiti. Dalla catalogazione è emerso un mondo musicale interessante: ci sono spartiti ottocenteschi chiaramente risalenti alle due mogli di Thode e alle frequentazioni di area lisztiana e wagneriana. Un gruppo di pubblicazioni musicali è di origine nordica e costituisce un’ interessante finestra sulla musica del Nord Europa, dalla Danimarca (patria della Tegner) alla Svezia, incluse Norvegia e Finlandia. Molti spartiti sono di epoca dannunziana: opere di Wagner e Skrjabin, canti popolari, musiche di Puccini, Debussy, Mascagni, Malipiero, Casella, Pizzetti, Zandonai. I contatti con gli artisti arricchivano man mano la biblioteca del poeta e infine sfociavano in collaborazioni più o meno proficue e durature, oppure in patrocini, come nel caso della collana de “I classici della musica italiana” e della pubblicazione dell’opera completa di Monteverdi a cura di Malipiero.

Strumenti musicali sono presenti anche nella stanza detta del Mappamondo, che ospita un organo americano, spesso utilizzato dalla Baccara. Qui si trova la parte più cospicua della biblioteca di d’Annunzio e alcuni scaffali ospitano opere di storia della musica, utili per approfondire dati o caratteri che poi sarebbero stati riversati nell’arte degli scritti del Poeta, dedito a uno studio profondo e preciso. Nei Taccuini d’Annunzio ricorda gli ascolti effettuati nelle varie città in cui soggiornava. Si interessò anche di teoria musicale citando i testi rinascimentali di Gaffurio, Vicentino, Galilei, Zarlino. Per la scrittura del Fuoco, fu fondamentale la lettura dell’Histoire de l’Opéra en Europe avant Lully et Scarlatti (1895) di Romain Rolland. Tutti questi libri si trovano al Vittoriale.

Infine, luogo ricco di musica è anche l’archivio, nato per conservare soprattutto i ricchi carteggi del Poeta con
amici, ammiratori, uomini politici, letterati. Tra queste carte si trovano anche canti di guerra di semplici soldati e reduci.

Bibliografia: Catalogo del fondo musicale del Vittoriale degli Italiani, a cura di Chiara Bianchi, Salò, L’Oleandro, 1994.

Nella sottostante Galleria fotografica appaiono la Stanza della Musica, del Mascheraio, del Mappamondo e l’organo americano.

 

Scheda a cura di Chiara Bianchi

Ascolto - YouTube

Il soprano Paola Antonucci esegue la lirica dannunziana I pastori (da Alcyone) nell’intonazione di Ildebrando Pizzetti.

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