Il colascioncino era accordato un’ottava sopra rispetto al colascione, sorta di liuto basso dotato di un manico assai lungo, diffuso nelle varie tradizioni di musica popolare italiana e spesso suonato dai comici dell’arte. Appartenente a una collezione privata di Brescia, questo colascioncino rappresenta un’autentica rarità. Lo strumento, di autore ignoto, è montato con due corde accordate per quinta ed è stato recentemente restaurato da Tiziano Rizzi.
Virtuoso di colascioncino era il bresciano Domenico Colla, attivo nel Settecento in duo col fratello in alcune delle principali città europee. Lo strumento era suonato anche dai fratelli bresciani Merchi, anch’essi applauditi in Francia, Germania e Inghilterra. A Brescia, nel 1764, Pietro Fioletti (Fioretti) era maestro di colascioncino nell’Accademia dei Formati.
Su colascione e colascioncino, cfr. Lorenzo Lippi, Il colascioncino antenato del mandolino cremonese o bresciano nel XVIII secolo? una nuova fonte iconografica “stradivariana” e ipotesi di ricostruzione filologica, Milano, 2012, consultabile in rete.
Nella sottostante Galleria fotografica, l’immagine n. 1 è del Fotostudio Rapuzzi. Accanto alla nota caricatura di Domenico Colla realizzata da Pier Leone Ghezzi (foto n. 2), includiamo il frontespizio di una Sonata manoscritta per colascioncino dello stesso Colla, conservata nella Biblioteca di Dresda e accessibile online.